Le raccomandazioni e le regole del CAI per il ritorno alla frequentazione della montagna e dei rifugi
Attenzione: non è possibile piantare tende ovunque e, al momento, nemmeno pensare di espatriare…
Le raccomandazioni e le regole per il ritorno alla frequentazione della montagna e dei rifugi, diffuse dal Club Alpino Italiano la settimana appena trascorsa, sono state l’oggetto del quarto (e ultimo) incontro on line di domenica 17 maggio tra l’alpinista Hervé Barmasse e il presidente generale del CAI Vincenzo Torti.
Raccomandazioni e regole che, come ha introdotto Hervé, rispecchiano «la massima attenzione e cautela che i nostri comportamenti devono avere. Le persone che amano la montagna sono sempre molto rispettose, siamo abituati a seguire norme e buonsenso».
«Abbiamo cercato in modo molto semplice, anche graficamente, di focalizzare i comportamenti che dobbiamo seguire nel ritorno alla frequentazione, ispirati essenzialmente dal buonsenso», ha esordito Torti. «Li abbiamo tradotti in una serie di indicazioni, innanzitutto quella di rispettare le disposizioni. Mano a mano che passa il tempo, queste disposizioni sembrano allargare le maglie: è vero che dal 18 maggio quello che prima era vietato sarà consentito, almeno dentro il territorio regionale, ma sempre con la facoltà di ogni regione di eseguire un monitoraggio giorno per giorno, per eventualmente tornare alle restrizioni precedenti. Quindi siamo in una situazione di cosiddetta libertà vigilata.
È consigliabile poi la differenziazione degli itinerari: dobbiamo stare tutti distanti ed evitare gli assembramenti, quindi è doveroso distribuirci su sentieri e vallate, magari alla ricerca di borghi meno conosciuti. La terza indicazione è quella di mantenere il sentiero, quindi di camminare dove il sentiero è tracciato ed è stato oggetto di manutenzione.»
Barmasse ha ribadito che il secondo punto, quello di rimanere distanti, «è una grande occasione, come abbiamo già ricordato, per scegliere altre destinazioni e scoprire luoghi mai visti prima. Tra Alpi e dorsale appenninica abbiamo circa 4000 chilometri di estensione di montagne nel nostro Paese, abbiamo di che divertirci per 100-200 estati».
Un concetto che ha visto assolutamente d’accordo il presidente generale del CAI: «In una recente riunione con i nostri organi tecnici è uscita questa espressione: esotismo di prossimità. Invece di andare a cercare l’esotico in giro per il mondo, quest’anno possiamo vivere un’esotismo poco lontano da casa, che rappresenta un’importante occasione di scoperta.
Un’altra nostra indicazione è la massima prudenza. Faccio l’esempio di una norma regionale dell’Abruzzo, che ha ricordato che dopo due mesi di inattività, è bene ricominciare con gradualità, lo abbiamo detto anche noi. Inoltre, quando si incontrano altre persone, rispetto della distanza e uso della mascherina».
«Diamoci del tempo per rimetterci in forma» ha continuato Torti. «Valutiamo il nostro stato di forma, dunque, insieme a quello dei nostri familiari.
Poi dobbiamo sostenere i rifugi, che sono il nostro grande amore, augurandoci che quest’estate possano avere un’attività adeguata. Stiamo cercando in tutti i modi di promuoverla.
Infine due considerazioni finali: rispetta le terre alte, ovvero, dato che ci rechiamo in località dove vivono popolazioni, persone che lavorano e che meritano tutta la nostra attenzione e rispetto, rinunciamo all’escursione se non stiamo tanto bene, per non rischiare di diffondere quello che non deve essere diffuso.
Manteniamo anche alta l’attenzione rispetto alle complicanze che eventualmente riguarderebbe un’eventuale operazione di soccorso».
La conversazione ha poi toccato le regole che deve seguire chi intende recarsi in un rifugio, diffuse dal CAI in vista della riapertura delle attività. «Prima di tutto ci sembra importante fornire qualche suggerimento relativamente a come si arriva in un rifugio e a come ci si comporta» ha spiegato Torti. «Il rifugio non è un albergo di valle e nemmeno un ristorante. È una dimensione particolare della montagna.»
Prima di entrare nel merito delle dieci regole, Barmasse e Torti hanno ricordato l’impegno delle Sezioni CAI nei confronti dei rifugisti. «So di alcune sezioni che stanno ipotizzando, nei limiti del possibile, un azzeramento del canone di affitto, proprio per rendere possibile il lavoro ai gestori» sono state le parole di Torti. «Come Sede Centrale abbiamo stanziato un fondo di attenzione che dovrebbe in parte agevolare l’attenzione delle sezioni nei confronti dei nostri 327 rifugi.»
Torti è entrato poi nel merito delle regole. «Il frequentatore deve innanzitutto prenotare, cosa fondamentale. Poi deve assicurare di essere in buona salute e di non avere alcun sintomo. Altra indicazione è quella di aspettare: quando si arriva, è doveroso segnalare la propria presenza senza invadere il rifugio e attendere che il gestore ci dia delle indicazioni. Dobbiamo poi consumare il più possibile all’esterno cibi e bevande, evitando di stazionare all’interno, anche perché sarà necessario areare spesso i locali. Altro punto importante, lo zaino e l’attrezzatura: quando arriviamo sarà il gestore a dirci dove metterli».
È stato Barmasse a tornare sull’importante punto di pernottamenti e uso delle camerate. Torti ha risposto: «È proprio pensando alle camerate, che non potranno più ospitare lo stesso numero di persone di prima per una questione di distanziamento e di realismo (ci potrà essere diffidenza da parte degli avventori), che è nata l’idea della tenda. In questa ottica va ricordato che le normative possono essere anche molto restrittive in questo ambito, però il gestore può chiedere al Comune di appartenenza di consentire la possibilità di mettere delle tende a ridosso del proprio rifugio. Questo è un aspetto che, se al rifugista interessa, andrebbe valutato e avviato per tempo».
Hervé ha ribadito un concetto fondamentale: «Questo non vuol dire che ognuno può portare la tenda e piantarla dove vuole. Ci sono delle regole e delle norme che vanno seguite. Sarà il rifugio, eventualmente, a dare questa possibilità».
Chiarito questo aspetto, Torti ha continuato con le regole: «Dobbiamo portare con noi i dispositivi di sicurezza e quel che serve per l’igiene: quindi mascherina, guanti e liquidi igienizzanti a base alcolica. Ricordiamo di rispettare sempre la distanza di sicurezza e, per dormire, di avere con noi il sacco lenzuolo classico o il sacco a pelo. Laviamoci spesso le mani utilizzando asciugamani nostri. Teniamo presente, inoltre, che il gestore può misurarci la temperatura, è legittimato a farlo e dobbiamo accettare che lo faccia. Qualora la nostra temperatura superasse i 37 gradi e mezzo, il rifugista potrebbe non farci entrare per la sicurezza di tutti. Infine, fondamentale, riportiamo a valle i nostri dispositivi individuali di protezione, insieme agli altri rifiuti. In sintesi, fanno da cappello a tutto l’educazione e la correttezza di ognuno di noi».
Barmasse e Torti hanno accennato anche alla possibilità di bivaccare sotto le stelle. Anche qui è necessario informarsi sulle regole locali. Torti ha ricordato che «generalmente non è consentito il campeggio. Un puro e semplice bivacco in sacco a pelo a ridosso di una roccia richiede invece di prestare attenzione ai divieti di accendere fuochi e ai comportamenti che possono mettere a rischio l’ambiente nel quale ci troviamo. In ogni caso informarsi prima, perché a livello territoriale vengono adottate disposizioni specifiche».
L’ultimo punto affrontato è stato quello dello sconfinamento nei territori di altri Stati.
Torti, incalzato da Barmasse ha fatto chiarezza: «Dal 3 giugno si può uscire ed entrare nel nostro Paese senza quarantena.
Attenzione però: la maggior parte dei nostri confinanti avranno ancora in vigore misure più restrittive, con cui dobbiamo fare i conti. Al momento questi Paesi non permettono l’ingresso agli italiani. Il nostro Paese ha voluto dare un segnale di apertura, ma dobbiamo aspettare che dall’altra parte ci sia il collegamento corrispettivo.»
Barmasse ha ricordato che al momento l’unica nazione che permette a un italiano di passare il confine per turismo è la Slovenia.
(Leggi a proposito l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera)
L’incontro si è concluso con Barmasse che ha chiesto a Torti che cosa si aspetta dall’estate alle porte. «Mii aspetto una risposta intelligente e coerente, doti che ritengo abbiano tutti i soci CAI, che fanno parte di un’associazione che parla di rispetto per la montagna, di attenzione per le persone» è stata la risposta. «Mi aspetto che questa sia l’occasione per crescere ulteriormente. Mi immagino un’estate che, proprio perché ci vede uscire da qualcosa di molto pesante, ci faccia scoprire la dimensione migliore che possiamo costruire in montagna.»
Fonte cai.it
Nella foto: il Rifugio Garelli, Valle Pesio.