Stagione di funghi, stagione di interventi
I suggerimenti del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese per prevenire gli incidenti e agevolare le operazioni di ricerca
Come tutti gli anni, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno prende avvio la stagione dei funghi che richiama nei territori montani grandi numeri di cercatori. E come tutti gli anni sono numerosi gli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (SASP) rivolti a questa particolare categoria di frequentatori della montagna.
Dopo che nel 2018 si era toccato il record di decessi tra i cercatori di funghi, il bilancio provvisorio del 2019 mostra già numeri allarmanti.
Riteniamo quindi utile diffondere questi dati insieme a un messaggio di prevenzione che possa ridurre più possibile gli incidenti rendendo al contempo più agevoli le operazioni di ricerca e soccorso che nel caso degli appassionati di funghi sono spesso complessi. Naturalmente senza alcuna intenzione di colpevolizzare i cosiddetti fungaioli che rappresentano mediamente soltanto il 5% delle persone soccorse dal SASP ogni anno.
I dati
Se il 2018 era stato un anno da record con 75 persone soccorse, 10 deceduti e 2 dispersi, nel 2019 fino a oggi sono già state soccorse 52 persone di cui 9 deceduti e 1 disperso.
Negli ultimi anni, soltanto il 2015 fu peggiore con 91 persone soccorse e 9 deceduti. Ma sono dati che vanno presi con cautela: negli anni favorevoli alla ricerca dei funghi un maggior numero di persone si avventura nei boschi e statisticamente sono più numerosi coloro che subiscono un incidente. Tuttavia, nell’ipotesi in cui la stagione buona per i funghi dovesse continuare, è importante trasmettere alcune informazioni di prevenzione tra gli appassionati.
La prevenzione
«Anche tra i nostri tecnici ci sono molti cercatori di funghi – afferma Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese – per cui non è nostro interesse puntare il dito nei confronti di coloro che possiedono questa passione. Tuttavia ci sono alcune norme basilari da seguire per evitare più possibile gli infortuni e per rendere le operazioni di ricerca e soccorso più rapide. Innanzitutto l’abbigliamento e le calzature devono essere adeguati al territorio in cui ci si inoltra. Ci succede ancora troppo spesso di soccorrere persone con gli stivali di gomma ai piedi, al posto dei più adatti scarponcini da montagna che hanno una maggiore presa sul terreno e prevengono gli infortuni alle caviglie. È anche importante controllare attentamente le previsioni meteorologiche per evitare di incappare in peggioramenti repentini di cui è più difficile rendersi conto nel fitto dei boschi. Infine, per tutte quelle situazioni in cui l’infortunio non si può prevenire sia per fatalità, sia a causa di malori non prevedibili che in questi casi sono frequenti, è fondamentale che chi parte alla ricerca di funghi lasci detto a qualcuno dove prevede di recarsi. Questo perché troppo spesso facciamo affidamento sul telefono cellulare che regolarmente non prende proprio quando ne abbiamo bisogno. Quando nei casi di mancato rientro i nostri esperti in ricerca possono contare su informazioni precise e circoscritte i tempi di ritrovamento di un disperso si riducono drasticamente. E come sappiamo dall’esperienza maturata in tanti anni di attività, anche pochi minuti possono essere di vitale importanza».
L’applicazione Georesq
Segnaliamo infine che il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha sviluppato un’applicazione per smartphone, Georesq (www.wp.georesq.it) che grazie alla tecnologia gps presente in tutti i telefoni cellulari recenti è in grado di tracciare l’utente anche al di fuori della copertura dati. Consente inoltre di inviare un messaggio di allarme direttamente al Soccorso Alpino e Speleologico ed è accessibile ai tecnici del Soccorso Apino che in questo modo sono in grado di ricostruire il percorso tracciato dal telefono di un utente circoscrivendo l’area di ricerca.
Simone Bobbio
Foto wikipedia / Vincenzo Gianferrari Pini