Le montagne sanno aspettare, ma noi?
Attese deluse per chi dal 4 maggio credeva di poter calzare di nuovo gli scarponi: Stefano Ardito spiega perché mantenere i sentieri chiusi è un grave errore
Alle ore 18 di domenica 26 aprile l’alpinista Hervé Barmasse, in dialogo su Instagram con il presidente generale del Club Alpino Italiano, Vincenzo Torti, e con Pietro Giglio, presidente delle Guide Alpine Italiane, dava pressoché per scontata, a partire dal 4 maggio – la data che coincide con il cosiddetto allentamento delle misure adottate per contrastare l’emergenza Coronavirus – la prima, timida “riapertura della montagna” ai suoi vari frequentatori.
E invece poco più di due ore più tardi nel corso di una conferenza stampa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deluso le attese, limitandosi, nello specifico, a consentire nuovamente la pratica dell’attività fisica individuale e le passeggiate entro i confini del proprio comune di residenza. Rispetto al precedente raggio di azione limitato ai 200 metri un bel progresso… oppure una bella batosta.
La racconta bene Stefano Ardito, che tra le tante cose è un camminatore professionista (nonché uno degli ideatori del Sentiero Italia…), con l’articolo Montagna e sentieri chiusi, che errore professor Conte! pubblicato, passata male la nottata, questa mattina sul suo blog.
Articolo nel quale tra l’altro afferma:
Credo ci sia bisogno di un appello nazionale, da diffondere attraverso i media specializzati e non, altrimenti le gabbie resteranno ben chiuse.
Ecco, come abbiamo già scritto lo scorso 23 aprile, torniamo a ribadire che occorre un appello unitario, rappresentativo di tutto il mondo della montagna italiano; e che sarebbe la cosa più naturale se fosse proprio il CAI a promuoverlo in qualità di capofila, facendosi portavoce presso il governo delle istanze di tutti coloro che, membri del sodalizio o meno, come il fotografo Fulvio Beltrando faticano a capire come un’escursione praticata con tutte le precauzioni del caso possa mettere a rischio la propria e l’altrui salute:
Se prendo l’autovettura per attraversare, senza assolutamente fermarmi, uno dei tre paesi che mi separano dall’alta montagna e arrivato inizio a camminare in solitudine e a fotografare i paesaggi, la flora e la fauna, chi posso contagiare e/o chi può contagiarmi? Qualcuno per favore riesce a darmi una spiegazione medica e non emotiva e/o politica?