Gianni Bernardi, alpinista cavaliere
Il 17 dicembre il socio benemerito del CAI Cuneo ha raggiunto una vetta che pochi suoi colleghi possono vantare nel proprio curriculum
Nominato cavaliere, insieme ad altri dodici “virtuosi” personaggi del Cuneese – in primis la signora Maria Franca Fissolo, vedova di Michele Ferrero, insignita del titolo di cavaliere di Gran Croce, e l’architetto paesaggista Paolo Pejrone, “diplomato” grande ufficiale.
Un riconoscimento che non molti alpinisti possono vantare nel proprio curriculum.
Martedì 17 dicembre, a Cuneo, nella Sala San Giovanni, Gianni Bernardi, socio benemerito della Sezione di Cuneo del Club Alpino Italiano, ha ricevuto dalle mani del prefetto Mariano Savastano e dall’assessora Cristina Clerico in rappresentanza della sindaca del Comune di Cuneo Patrizia Manassero, l’onorificenza al Merito della Repubblica, conferita dal presidente Sergio Mattarella per aver incarnato, nel corso della sua vita, al pari degli altri premiati, innanzitutto il valore della solidarietà. In particolare per aver operato a favore della sicurezza in montagna, nonché della conoscenza e della tutela dell’ambiente montano.
E a proposito di valori, vale la pena riportare le parole di Massimo Mathis, responsabile dell’edizione cuneese de La Stampa, intervenuto per l’occasione:
«La vita ricompensa le azioni non le intenzioni. Le vite di queste persone sono storie di impegno, di sacrificio, di coraggio, ma soprattutto di valori universali; sono storie di persone straordinarie che non si sono arrese davanti alle difficoltà e che a un certo punto della loro vita hanno scelto, facendo la differenza nei campi in cui hanno operato e contribuendo al bene di tutti.
Dietro ognuno di questi premiati c’è un messaggio che di questi tempi è quasi rivoluzionario. Viviamo negli anni della supremazia dell’io, qui c’è invece l’idea opposta: il valore della persona non si misura in base a ciò che possiede, ma in base a quello che restituisce agli altri, a quello che dà e che fa.
Oggi celebriamo la parte migliore di quello che di solito definiamo la società civile, quella parte di società che ritiene che i doveri vengano prima dei diritti.
Oggi celebriamo anche i valori della nostra democrazia, che sono la solidarietà, l’inclusione, la libertà, valori che non possiamo mai, mai, mai, dare per scontati. Sono valori da coltivare e proteggere, valori che fanno parte del nostro dna umano e sociale, perché questa è un’epoca di sì e no, di una società che viene riscritta dalla tecnologia, la quale sta cambiando anche le regole di interazione tra gli umani.
Ed è grazie a questi valori che possiamo dire se una società sarà forte e capace di affrontare tutto questo, senza dimenticare quello che ci insegnano la Storia con la S maiuscola, e la Resistenza, come ci ha ricordato il 25 aprile di un anno fa, proprio qui a Cuneo il presidente Mattarella.La Resistenza non è solo un ricordo. La Resistenza resta un atteggiamento, uno stile di vita. Oggi invece si parla di resilienza, parola svuotata del suo significato letterale, ovvero la capacità di assorbire un urto senza rompersi.
Resistere invece è un’altra cosa. Vuol dire non arrendersi, credere nei propri valori anche quando questo va contro il proprio tornaconto.
Le persone che oggi vengono premiate qui sono l’incarnazione di questo spirito, persone che hanno scelto di agire, di prendersi cura della loro comunità, dedicandole tempo, energia, competenze; persone che hanno dimostrato che l’impegno non ha bisogno di grandi proclami. Per cambiare la storia basta avere un po’ di determinazione.Viviamo sommersi da problemi che sembrano insormontabili, ma è proprio nei momenti più duri che emerge ciò che siamo davvero.
Oggi, attraverso queste onorificenze, noi celebriamo chi ha dimostrato che la Resistenza è un valore fondante della nostra democrazia. Qui abbiamo storie di eccellenze in ogni campo, storie che sono un’esempio di dedizione, una fonte di ispirazione che ci sprona a fare meglio e che ci insegna che i cambiamenti più grandi non nascono dai grandi discorsi, ma dai piccoli gesti di molte persone.»
Foto Giorgio Bernardi