Castagne, spit e magnesite 2
Lunedì 3 febbraio, a Fossano, Igor Napoli presenta il suo ultimo libro, dedicato alle falesie di arrampicata delle Valli Monregalesi
Il secondo appuntamento della rassegna Una finestra sulle montagne del mondo organizzata dalla Sezione di Fossano del Club Alpino Italiano è previsto per lunedì 3 febbraio.
Il fossanese Igor Napoli presenterà una serata con immagini tratte dal suo ultimo libro, da poco andato in stampa, Castagne, spit e magnesite 2.
Infaticabile apritore di vie di arrampicata, Igor Napoli dedica questa nuova pubblicazione alle numerose strutture rocciose che, talvolta, anche a modesta quota, spuntano dai castagneti delle Valli Monregalesi.
A quindici anni di distanza dalla prima edizione di Castagne, spit e magnesite, esce una seconda edizione di questa particolare guida. Si passa dalle 100 pagine della prima edizione alle 272 di quella attuale, segno che le falesie e le vie lunghe moderne, situate tra la Vale Tanaro e la Valle Pesio, sono nel frattempo enormemente aumentate.
Igor Napoli ormai ha una consolidata esperienza in campo editoriale con volumi che spaziano da guide di arrampicata, trekking e kayak sulle nostre isole del Mediterraneo, a volumi fotografici, a un romanzo, Alta marea, di genere fanta-ecologico e soprattutto, ai volumi dedicati allo sci ripido nelle Alpi Occidentali di cui può vantare la primogenitura assoluta in fatto di guide sull’argomento in Italia.
Con Castagne, spit e magnesite 2 Igor Napoli torna alla sua grande e mai celata passione: scoprire e attrezzare nuovi luoghi e itinerari di arrampicata sulle strutture rocciose delle Valli Monregalesi. Il volume infatti non è una semplice e sterile elencazione di vie, utile solo per riconoscere e salire una certa linea di arrampicata. Come in tutti le suoi precedenti guide Napoli arricchisce, con racconti, memorie e aneddoti ogni sito già noto o da lui scoperto e valorizzato. Questo rende la lettura della guida piacevole e intrigante e a poco a poco il lettore scopre l’enorme passione che agita e, a volte, ossessiona un “apritore di vie in falesia”.
Un “lavoro” che a volte diventa quasi opprimente e ripetitivo, ma che regala enormi soddisfazioni ai primi esploratori:
«Calarsi da un albero, “provare” il percorso segnando i chiodi, recuperare il materiale dall’alto, piazzare sosta e spit, e – perché no? – battezzare la via. In quei giorni ero eccitatissimo, perché trovavo il lavoro estremamente creativo: era come partecipare a una scultura immensa, come se le rocce, poco per vota incominciassero una nuova vita, rimodellandosi sotto le mie mani, distinguendosi e delineandosi progressivamente dall’uniformità del bosco. Si trattava talvolta anche di lavori di “giardinaggio acrobatico”, volti a ripulire la pietra dalle fronde abbondanti dei rovi, o dagli alberi bruciati e pericolanti in seguito a un vecchio incendio. Sentivo che presto qualcosa sarebbe cambiato. Quei metri cubi di rocce, sino ad allora abbandonate a se stesse, stavano per diventare habitat e fonte di svago non solo per i soliti topolini o scoiattoli, ma anche per altri nuovi e curiosi animali…Non di rado finivamo di lavorare col buio, e seguivamo il sorgere della luna dietro il Monte Alpet, mentre centinaia di luci si accendevano qua e là nelle frazioni tra Frabosa e Montaldo e la strada principale di San Giacomo, con i lampioni tutti in fila, sembrava un lungomare illuminato.»
Il volume si presenta molto accurato e, oltre ai curiosi e divertenti racconti introduttivi, ogni sito di arrampicata viene illustrato da chiare note iniziali, le quali attraverso semplici pittogrammi indicano la quota, l’esposizione, la bellezza, il numero delle vie presenti, l’altezza delle vie, la difficoltà, l’affollamento ecc. A precise e meticolose note scritte vengono invece affidati l’accesso alla falesia, il materiale, il tipo di roccia e il periodo dell’anno migliore per quella particolare area di arrampicata. Uno o più disegni complessivi, o talvolta fotografie del sito con le vie numerate, introducono il lettore direttamente alle varie strutture. Infine, l’elenco dei nomi delle vie (i quali da soli, come sempre, meriterebbero un approfondimento) con brevi e sintetiche descrizioni dei monotiri (o delle varie lunghezze, nel caso di vie lunghe), completano la presentazione dei siti. Arricchiscono il volume decine e decine di fotografie di azione e di illustrazione dei vari luoghi.
Il lavoro di Igor Napoli si presenta quindi non come una semplice guida compilatoria con un lungo, lunghissimo elenco di vie di arrampicata, ma una guida alle strutture rocciose delle Valli Monregalesi vissuta e partecipata. Traspare infatti l’amore per la scoperta, a volte casuale, di piccole strutture che sono sempre state lì, a due passi, ma da tutti ignorate fino all’arrivo del “valorizzatore”. Non siamo però in Provenza e quindi Napoli deve accontentarsi… La visione di un angolo di roccia scatena il desiderio di scoperta e di valorizzazione. E allora inizia il duro lavoro (a volte mai completamente riconosciuto dalla comunità degli arrampicatori) di chi si affeziona a un sito di arrampicata e inizia dapprima a tracciarvi un sentiero di accesso, poi a ripulire il luogo dalla vegetazione e infine a chiodarlo per permettere ad altri di trascorrere in sicurezza, qualche ora di svago in un luogo “magico”, come incantato è apparso alla prima occhiata, o meglio alla prima visione, da parte del “valorizzatore”.
L’appuntamento con il fotodocumentario di Igor Napoli Castagne, spit e magnesite 2 è presso la sede di Fossano del CAI, in Via G. Falletti 28, con inizio alle ore 21.
L’ingresso è libero.
Sergio Vizio