Montagne cuneesi: l’assalto motorizzato incombe sulle strade dei ciclisti
Riprendiamo dal sito mountcity.it un articolo del 28 novembre 2018 che riguarda da vicino le Alpi d'Oc
L’appello del Fondo Ambiente Italiano per salvare, attraverso l’iniziativa I luoghi del cuore, la pittoresca strada che, nel Cuneese, si arrampica verso il Colle Fauniera (ne ha dato notizia anche mountcity) riapre la vecchia questione delle tante strade “minori” di montagna bisognose di manutenzione che si snodano nella pace di queste meravigliose vallate.
Quale tipo di turismo si desidera attirare assicurandone con non irrisori sacrifici finanziari la percorribilità?
Come dimostra l’impegno di BiciTech, webzine sul ciclismo più evoluto, che invita a votare per il Colle Fauniera nel referendum del FAI, sono i ciclisti i nuovi frequentatori e al tempo stesso la grande risorsa del turismo da queste parti.
Ma il fondato sospetto è che, dietro i grandi flussi di pedalatori che arrancano verso i colli, si profili un’invasione di rombanti mezzi motorizzati: come d’altronde lascia intendere, attraverso eloquenti immagini, tutta la pubblicistica promozionale.
SUCCURSALI DI AUTODROMI? Se i passi dolomitici si sono già trasformati in succursali di autodromi, con infernali caroselli di centauri, il rischio è che ora il fenomeno si possa replicare anche su questi zigzaganti e, finora alquanto appartati, tracciati di origine militare, tanto più che il turismo delle moto è sempre alla ricerca di nuovi orizzonti.
L’ipotesi appare tutt’altro che remota. Nelle valli cuneesi le strade di montagna sono state individuate come il motore (sic!) dello sviluppo turistico del territorio, e la parola d’ordine è diventata crescere: non a caso il turismo dell’e-bike nell’ultima stagione ha avuto un incremento del 300%, come è stato orgogliosamente puntualizzato nel corso di un convegno sull’outdoor organizzato in ottobre a Cuneo da Confcommercio.
L’imperativo categorico, al momento, è dunque puntare sull’e-bike, non solo mettendo in sicurezza le strade di montagna che collegano una valle all’altra, ma anche ripristinando, ovvero allargando vie militari che oggi sono diventati dei sentieri (ad esempio quella per il Passo del Duca la quale, in area protetta, raccorda la Valle Pesio alla Limone-Monesi). Quando non aprendo nuove piste, come nel caso della Roa Marenca, in area Tanaro/Corsaglia/Ellero/Pesio.
STRADE DA SALVARE. A lanciare l’hashtag #salviamo le strade di montagna, con riferimento anche al Colle Fauniera, ha provveduto la Confcommercio Cuneo chiedendo la collaborazione dei cittadini cuneesi e di turisti e visitatori. La prospettiva è che queste stradine tanto amate dai ciclisti diventino adesso a pagamento e, ciò che più conta, aperte a ogni forma di utilizzo,compresi moto, fuoristrada e quad.
A schierarsi contro questa prospettiva è soprattutto Roberto Colombero, presidente in scadenza dell’Unione Montana Valle Maira e sindaco di Canosio, che ha stabilito una regolamentazione degli accessi anche per salvaguardare la naturalità e il silenzio, elementi basilari del turismo in queste vallate.
Con quale seguito sugli altri versanti? In autunno, in occasione dell’EICMA (Esposizione Internazionale del Ciclo e del Motociclo), l’ATL Cuneese ha presentato a Milano un tracciato motociclistico lungo 350 chilometri con un dislivello di circa 9500 metri, ovviamente aperto anche alle bici.
Si tratta dell’Intervalliva, integralmente nella Provincia Granda. Un percorso che parte dal punto più a sud, il comune di Alto, e arriva fino al comune di Bagnolo Piemonte. Dal Tanaro al Monviso, tredici colli, più di mille curve…
L’AVANZATA DEI MEZZI MOTORIZZATI. L’avanzata dei mezzi motorizzati continua inesorabile. Le pagine locali de La Stampa, nell’estate 2017, hanno dato notizia di accessi a pagamento per auto, jeep, moto, quad prospettati sulla Strada dei Cannoni, sullʼesempio della Via del Sale Limone-Monesi.
“Il percorso potrebbe”, annunciò La Stampa, “diventare un anello per motociclisti, appassionati di 4×4, e-bike e mountain bike”. Questo sostengono anche il direttore e il presidente dellʼATL Paolo Bongioanni e Mauro Bernardi. L’idea è di attivare un numero chiuso d’ingressi a pagamento (10 euro moto e quad, 15 fuoristrada) e il senso unico alternato a fasce orarie, per motivi di sicurezza legati alle dimensioni della carreggiata che non permette incroci.
Il fronte che caldeggia questa forma di ecoturismo (perché così viene definito dai suoi promotori), e che si propone come interlocutore di riferimento, comprende ATL del Cuneese, Conitours, Confcommercio Cuneo e Associazione Albergatori, realtà che operano “a fianco degli operatori che investono risorse e passione nella promozione turistica, lavorano ogni giorno per ottenere risultati e sinergie affinché la Provincia e le vallate del Cuneese possano diventare un’eccellenza dell’ecoturismo e del turismo in generale nel panorama internazionale”.
Come si legge in un documento degli operatori “se tutto viene vanificato con provvedimenti empirici e non condivisi, che creano danni economici e di immagine, noi prendiamo le distanze, soprattutto per rispetto verso tutti gli operatori iscritti ai nostri club di prodotto e per i turisti che vengono da noi per poter vivere le nostre valli sia a piedi, sia in bicicletta, in moto o in auto”.
CHI VUOLE I PEDAGGI. “Pedaggio sì, chiusura no” s’intitola l’appello di oltre 150 operatori di attività commerciali delle valli Maira, Grana, Stura contro il blocco di queste ex strade militari d’alta quota. Il documento è stato inviato alle tre Unioni Montane e ai sindaci di Canosio, Castelmagno, Demonte, Marmora e Sambuco. “Crediamo che prima di pensare a pedaggi e regolamentazioni varie”, si legge, “occorrerebbe migliorarne sostanzialmente la percorribilità, specialmente sui tratti Colle d’Esischie-Marmora e Colle Fauniera-Santuario di Castelmagno. Fatto questo, sarà giusto prevederne un equo pedaggio. Per l’economia delle valli la corretta e libera circolazione attraverso i colli Valcavera, Fauniera ed Esichie è di fondamentale importanza. Con questi valichi aperti, il lavoro delle nostre aziende ha un incremento di un buon 40%. Per questo motivo, siamo fermamente contrari a qualsiasi ipotesi di chiusura al traffico”.
Di diverso avviso, come si è detto, è Roberto Colombero. “Le questioni sono due: di natura politica e di sicurezza. Come scelta politica difendo il turismo sostenibile. Non ho nulla contro le moto e i quad, ma i dati dicono che le nostre strutture ricettive vivono grazie al trekking e alla mountain bike. E spiace che alcuni imprenditori turistici non l’abbiano ancora capito.
Colombero ha intanto regolamentato, nella stagione estiva, l’accesso all’Altopiano della Gardetta, sia sul versante Colle del Preit, sia sul lato Colle di Esischie: posto davvero unico, tra l’altro riconosciuto Patrimonio Geologico Italiano, percorso da una strada ex militare, in alcuni tratti in pessime condizioni, che collega la Valle Stura alla Valle Maira.
STRANIERI PRONTI A SCAPPARE. Se da un lato c’è dunque il modello Valle Maira che ha fondato la propria fortuna su una frequentazione responsabile del territorio (no impianti sciistici, no eliski, sì scialpinismo, sì escursionismo), dall’altro c’è una politica che spinge a una fruizione del territorio contraria a quelli che sono i suoi veri punti di forza: l’essere ancora un’oasi di autenticità, dove soprattutto si possono trovare bellezza e pace.
Proprio ciò che cerca la stragrande maggioranza degli ospiti stranieri, quelli che, detto senza tanti giri di parole, riempiono le strutture. I quali però sono i primi a dire che, quando anche qui troveranno il caos, andranno altrove.
La prossima primavera porterà nuovi amministratori a dover compiere scelte per il futuro di queste valli.
Chissà quale giro farà il vento…
Montagne cuneesi: l’assalto motorizzato incombe sulle strade dei ciclisti