Testa nord di Bresses 2830 m, contrafforti sud-est, via Les Montagnard

Alpinismo Alpi Marittime Valle Gesso Ilario Tealdi

Una via alla scoperta del granito rosso delle Marittime, in un ambiente solare e poco frequentato dagli alpinisti, con ai piedi i laghi di Fremamorta e di fronte la Serra dell’Argentera in tutta la sua maestosità. Bresses, in lingua provenzale, significa “culla”: dalla cima una lunga conca, regolare e tondeggiante, degrada in territorio francese sostenuta, sul versante meridionale, da contrafforti rossastri di granito sui quali è stata tracciata la via.  Per godere appieno della salita bisognerebbe programmare di passare la notte al minuscolo ma accogliente Bivacco Guiglia (sperando di non trovalo troppo affollato): al mattino il sole arriva presto sulla Torre Rossa del versante sud-est della Testa nord di Bresses, dove corrono le prime tre lunghezze della via, continue e superbe, lungo bellissime placche rossastre. Una breve discesa e si riprende con altri tre tiri splendidi che conducono sul filo di cresta. Una via in stile moderno, alla scoperta di pareti che stanno un po’ in disparte rispetto alle “grandi” e sulle quali l’attenzione degli alpinisti si è diretta solo in tempi relativamente recenti. Una delle intuizioni più belle di Spirito Pettavino – scopritore e esploratore attento dei luoghi appartati delle Marittime – nonché uno degli itinerari che egli amava di più (Spirito ha perso la vita nel 2011 in una scivolata ai piedi dell’Aiguille du Midi).

Prima salita: S. Pettavino, G. Garro, C. Garetto (18 luglio- 2 agosto 1998)

Roccia: granito, ottima lungo la via, ma occorre prestare attenzione ai massi instabili nel tratto di spostamento nel canale.

Difficoltà: TD (6a max, 6a obbligatorio).

Sviluppo: 300 m.

Tempo di salita: 3-4 ore.

Materiale: 10 rinvii, friend e nut medio-piccoli utili, corde da 50 m, cordoni o fettucce. La via è attrezzata con spit alle soste e sulle lunghezze (comunque mai troppo ravvicinati). 

Accesso stradale:  da Cuneo si risale la Valle Gesso fino alle Terme di Valdieri. Si continua in direzione del Piano della Casa raggiungendo il Gias delle Mosche (1591 m; 2,5 km circa dalle Terme). Si può lasciare l’auto in un piccolo spiazzo sulla destra, dove vi sono le paline che indicano l’inizio del sentiero per i laghi di Fremamorta.

Avvicinamento: dal Gias delle Mosche si segue il sentiero per i laghi di Fremamorta; raggiunto il primo lago, si procede in direzione del Bivacco Guiglia.
Nei pressi del lago mediano si abbandona il sentiero e ci si dirige, risalendo tratti erbosi e pietraie, alla base della grande Torre Rossa (è la terza e più imponente; 2,30 ore dall’auto). L’attacco è situato a una decina di metri a sinistra dello spigolo, in corrispondenza di uno spit non facilmente individuabile, a 7-8 metri di altezza (attenzione a non partire in prossimità dello spigolo dove gli spit più visibili sono della via “Sole nero”, leggermente più impegnativa).

Salita.
1) Si risalgono le belle placche compatte  e continue fino a raggiungere due piccole fessure che corrono parallele: le si percorre fino alla sosta (6a, 5+). 50 m.

2) Si continua per placche e per una successiva zona più rotta fino a sostare sotto uno spuntone dello spigolo (6a, 5+). 50 m.

3) Si prosegue per belle fessure leggermente a destra, guadagnando poi verso sinistra il filo dello spigolo; di qui si sale sulla punta della Torre (V, IV). 50 m.

Dalla torre si scende con una corda doppia nel canale prestando attenzione alle pietre mobili (vi è anche un cordone alla forcellina sulla destra della torre faccia a valle). Alla fine della  calata si scende ancora un breve tratto del canale, ponendo attenzione sulla destra (orografica) dove, su un vago spigolo arrotondato, è visibile lo spit che indica la partenza della seconda parte della via.

4) Si segue lo spigolo e le successive placche fino a portarsi, con un passo a sinistra, su un piccolo terrazzino (6a). 50 m.

5) Si prosegue verticalmente su buoni appigli, si risale la successiva placca con grandi quarzi affioranti e ci si sposta sulla parete a destra (V+). 50 m.

6) Si procede risalendo la placca in direzione dell’intaglio fino a raggiungere l’aereo spigolo che si sale, superando una fascia di quarzo, fino a raggiungere la sommità del torrione (V, IV). 50 m.

Discesa. Tre doppie da 50 m lungo la via. Nelle terza doppia si scende direttamente nel canale (destra faccia a valle). Prestando attenzione alle pietre instabili, si divalla con cautela fino a individuare sulla destra una cengia con un pino e uno spuntone su cui si trova il cordone per un’ultima doppia che conduce nel canale ai piedi della Torre Rossa, vicino al punto di attacco della via.


Ilario Tealdi

Arrampicatore attratto dalle pareti più appartate e dimenticate, Ilario Tealdi, cuneese, ha partecipato all’apertura di numerose nuove vie “ingaggiose”, in particolare con l’amico e storico compagno di cordata Enrico Manna. Fa parte della Scuola di Scialpinismo Ellena del CAI Cuneo, è accompagnatore di Alpinismo Giovanile, volontario del Soccorso Alpino e direttore del periodico sezionale Montagne Nostre.

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella cookie policy. Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante "Accetta". Se premi il pulsante "Rifiuta" continui senza accettare.