Assalto alle Alpi: da Viola St. Gréé ad Argentera, dal Rucas alle località sciistiche delle Dolomiti, un saggio dedicato allo sfruttamento miope della montagna
Marco Albino Ferrari, direttore editoriale del Club Alpino Italiano, presenterà il suo ultimo volume venerdì 12 a Saluzzo e sabato 13 maggio a Mondovì, prima di essere ospite, sabato 19 maggio, del Salone del Libro di Torino
Nell’ambito della rassegna Montagne di Sera, organizzata dalla Sezione CAI Monviso Saluzzo, in collaborazione con CAI Barge, FAI, Terres Monviso, Parco Monviso, Comuni di Saluzzo e Manta, venerdì 12 maggio alle ore 21, nella Sala degli Specchi dell’ex Caserma Musso, a Saluzzo, in Piazza Montebello 1, Marco Albino Ferrari parlerà del suo ultimo saggio Assalto alle Alpi (Einaudi Editore, 144 pagine).
Il giorno seguente, sabato 13 maggio, l’autore sarà ospite del Centro di Formazione Professionale Cebano-Monregalese, in Via Conte di Sambuy 26, a Mondovì, dove, dopo la presentazione del programma Una montagna di formazione, che inizierà alle ore 16, illustrerà i contenuti del volume.
Chi non potrà partecipare ai due appuntamenti cuneesi, potrà eventualmente rifarsi, sabato 19 maggio alle ore 17, al Salone Internazionale del Libro di Torino, presso la Sala della Montagna.
Ma di che cosa parla il volume? La sinossi è “generica”
Nel nostro prossimo futuro pende una minaccia sulle Alpi, se si continuerà ad attingere a vecchi stereotipi idealizzanti che riducono la montagna a luogo salvifico di pura “bellezza”, o a parco divertimenti per il turista in fuga dalle città. Come immaginare il loro futuro prossimo?
Da qualche decennio a questa parte la montagna è in continua evoluzione. Con il boom economico, i giovani alpigiani avevano creduto in una vita migliore in pianura, in fabbrica. Scendere aveva significato ripudiare l’antica «società della fatica» andando incontro al posto garantito. Cosí sulle Alpi, con la progressiva assenza umana, ha trionfato un inesorabile processo di rinaturalizzazione. Intere vallate, interi villaggi sono stati abbandonati. Si registra il raddoppio di superficie boscata dal dopoguerra, sono ritornati i grandi carnivori e, in massa, gli animali selvatici.
E oggi? Il pericolo reale è che tutto rimanga come adesso, che si continui a immaginare lo stesso sviluppo turistico con nuovi impianti di sci, dimentichi del riscaldamento climatico. Che si continui a cementificare, costruire impianti di risalita, progettare grandi opere inutili e grandi eventi consumatori di suolo.
In realtà la materia tocca da vicino le Alpi d’Oc, dato che il “racconto” parte dalla Valle Mongia, e dalla piccola stazione sciistica di Viola St. Gréé, sorta negli anni Settanta per iniziativa dell’ingegnere genovese Giacomo Fedriani.
Dopo una prima parte – anche nostalgica – riguardante la storia di Viola St. Gréé, Assalto alle Alpi si sposta su una riflessione attenta e intelligente più in generale su luoghi perduti (moltissimi purtroppo sulle Alpi!) e accanimento turistico e “terapeutico”. Precisa l’autore: «Come sono oggi Argentera, Rucas, San Sicario, Pila, Marilleva, Folgaria, Piancavallo? Sono luoghi senza futuro, se per tirare avanti continueranno a dipendere dalla monocultura dello sci o dai sussidi pubblici. Senza futuro perché richiederanno sempre più investimenti. Accanimento terapeutico inutile, come accade per quelle vecchie macchine costantemente in panne».
Per approfondire, si rimanda anche all’intervista Le Alpi come Venezia, rovinate dall’UNESCO e a un’eloquente galleria di immagini sugli ecomostri di Viola St. Gréé.
Qui si può leggere un estratto del volume.