ORIZZONTI
Intramontabile alpinismo
Fulvio Scotto
CRONACA ALPINISTICA
Prime salite & C.
a cura di Fulvio Scotto
SPELEOLOGIA
Un’esplorazione baciata da Lady Fortuna
Elisa Giaccardi
LO SCAFFALE
Freschi di stampa
a cura di Enrica Raviola
MONTAGNE NOSTRE
Nel nome del padre
Roberto Peano
ITINERARI
Oltre il sentiero
Andrea Parodi
TREKKING
Garessio di bricco in bricco
Sandro Bozzolo e Simone Rossi
INTERVISTA
Attenti a questi due!
a cura di Fulvio Scotto
BUON SENSO
Scout allo sbaraglio
Giorgio Burzio
NOTIZIE DALLE SEZIONI
L’accademico savonese Fulvio Scotto non ha fatto in tempo a scrivere per Alpidoc le proprie riflessioni sull’alpinismo intramontabile che l’UNESCO ha subito alzato il tiro assegnando a questa insana pratica addirittura il titolo di Patrimonio dell’Umanità…
Scherzi a parte, sembra esserci un gran fermento intergenerazionale nelle Alpi Sud-occidentali, stando a quanto registra la recente cronaca alpinistica, segno che le nostre montagne possono ancora regalare molte sorprese a chi si avvicina loro con passione e gusto per l’esplorazione. Lo dimostrano Xavier Cailhol e Symon Welfringer, i due giovanissimi e fortissimi francesi che lo scorso dicembre hanno salito il Diedro Rosso al Corno Stella e che sempre Scotto ha intervistato per farsi raccontare come diavolo siano finiti nelle Alpi Marittime.
Marittime che, peraltro, da tre generazioni sono le montagne del cuore di una illustre famiglia cuneese, come racconta Roberto Peano in Nel nome del padre prendendo spunto dalla propria discesa in sci del Canale di Lourousa, compiuta a 68 anni per realizzare un sogno personale ma anche per rendere omaggio a chi prima di lui, seppur con mezzi diversi, aveva affrontato quella stessa avventura..
Avventura, altra parola chiave che contraddistingue gli articoli proposti in questo numero.
A cominciare da Oltre il sentiero di Andrea Parodi, autore, insieme con Andrea Costa, di una guida dedicata agli itinerari a mezza strada tra escursionismo difficile e alpinismo facile: una sorta di “terra di nessuno”, come l’ha definita Parodi stesso, che può riservare incredibili sorprese a chi ama uscire dai sentieri battuti.
Ma un invito a vivere l’avventura è anche quello che Sandro Bozzolo e Simone Rossi rivolgono a chi è un cultore dei trekking inediti: questa volta, dopo quello in Terra Brigasca proposto sul numero 101 di Alpidoc, si tratta di un viaggio a piedi di cinque giorni nel territorio di un unico comune, ovvero di Garessio di bricco in bricco.
Perché la Valle Tanaro non è solo terra di passaggio per raggiungere il mare…
L’avventura, anche se di segno “particolare”, ogni estate la vivono in montagna pure i giovanissimi scout: non sempre preparati, non sempre adeguatamente equipaggiati, come riportano puntualmente le cronache, locali e nazionali, e come riferisce, forte della propria esperienza personale, Giorgio Burzio in Scout allo sbaraglio.
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Un sogno realizzato a sessantotto anni: la discesa in sci del temuto e amato Canalone di Lourousa. Un’impresa di tutto rispetto compiuta anche, se non soprattutto, per onorare la memoria di due generazioni di alpinisti innamorati delle Alpi Marittime. Un’occasione per tornare ancora una volta a sfogliare l’album di famiglia e richiamare alla mente ricordi sempre vivi nel cuore. Perché, a differenza delle immagini, le emozioni con il tempo non sbiadiscono
Non c’è una netta linea di demarcazione fra escursionismo e alpinismo: esiste piuttosto una sorta di terra di mezzo, o terra di nessuno, dove, con un po’ di inventiva e gusto per l’avventura, è possibile andare alla scoperta di percorsi ricchi di fascino: arditi passaggi dei contrabbandieri, tracce di camosci disegnate lungo valloni solitari e versanti dirupati, creste aeree e panoramiche, vette minori dove pochi escursionisti mettono piede
Cinque giorni di viaggio, ovviamente a piedi, per un totale di 115 chilometri e 5500 metri di dislivello, in un unico territorio comunale. Un progetto tanto bizzarro quanto affascinante. A Garessio, in alta Valle Tanaro, metterlo in pratica è possibile. La parola chiave, infatti, qui è varietà: si passa dall’alpe glaciale alla montagna mediterranea, in un’eterogeneità di ambienti che segna in maniera unica le Alpi Liguri. Senza dimenticare i castellari bizantini o saraceni, le certose e i borghi medievali, le grotte carsiche e le innumerevoli sorgenti e fontane da cui sgorga, tra le altre, la “miracolosa” acqua oligominerale