Alpidoc 98

Sommario

EDITORIALE
WolfAlps, fratello lupo e Papa Francesco
Nanni Villani

DOSSIER LUPO
Il lupo in Piemonte
Francesca Marucco

Dove vai, pastore?
Giuliano Bruno

Prevenire gli attacchi si può
Ivan Borroni

Non dirmi che hai paura del lupo
Nanni Villani

SCELTE DI VITA
Ritorno a Neraissa
Nanni Villani

APPUNTI DI VIAGGIO
L’incanto della Vagliotta
Alberto Sciamplicotti

ALPINISMO
Il Battesimo di Mosè
Mosè Carrara

Un dossier sul lupo, annunciato dalla foto di copertina di Fulvio Beltrando, è l’asse portante del numero 98 di Alpidoc.
Prendendo spunto dalla chiusura del Progetto LIFEWolfAlps, Nanni Villani
nel suo editoriale, pone l’accento sul cambiamento di sensibilità con cui oggi si guarda
alla natura e al mondo animale.
Se il predatore rappresenta un problema per il mondo degli allevatori, occorre però tener conto anche delle parole di Papa Francesco: che diritto ha l’uomo di eliminare una specie?
La soluzione è arrivare alla coesistenza.La lupologa Francesca Marucco, ne Il lupo in Piemonte, ripercorre le tappe del lavoro scientifico svolto dalla fine degli anni Novanta
a oggi per arrivare a documentare con dati certi l’entità di quello che è assolutamente
un “ritorno naturale”.

In Dove vai, pastore? la veterinaria Arianna Menzano spiega com’è cambiato il sistema
dell’allevamento in seguito alla ricomparsa del lupo, spesso e volentieri utilizzato come capro espiatorio di mali che hanno radici anzitutto nella politica agricola comunitaria.

Ivan Borroni rende invece conto del convegno organizzato a Torino lo scorso marzo
dal Gruppo Grandi Carnivori del Club Alpino Italiano:
una giornata di studio focalizzata sul binomio, apparentemente impossibile, lupo-zootecnia montana, alla quale hanno preso parte veterinari, tecnici faunistici e biologi (assente,
benché com’è ovvio invitata, la controparte, ovvero la categoria più direttamente interessata), tutti concordi nell’affermare che, adottando le opportune misure, Prevenire
gli attacchi si può:
e non si tratta di un’opinione, ma di fatti comprovati da statistiche
a disposizione di tutti.

Non dirmi che hai paura del lupo, un suggestivo racconto di Nanni Villani ambientato
alle falde del Marguareis, chiude in bellezza il dossier. Da non perdere!

Ancora Nanni Villani firma Ritorno a Neraissa, intervista a Alain Speranza, il quale, raggiunta l’età della pensione, con la moglie Catou e il cane iPad dal 2012 dalla Francia si è trasferito nella borgata della Valle Stura: un storia molto particolare la sua, che merita di essere conosciuta.

Alberto Sciamplicotti propone invece L’incanto della Vagliotta: un’escursione in Valle Gesso raccontata con gli occhi vergini di un novizio delle Alpi Marittime, abituato piuttosto
a percorrere i sentieri dell’Appennino ma pronto a cogliere la poesia che accomuna i luoghi dell’anima.

Si chiude con Mosè Carrara che racconta il suo battesimo – con il Marguareis
e con il bivacco – in compagnia di Andrea Parodi e Fulvio Scotto.
Quando l’apertura di una via nuova diventa un’avventura memorabile…

In tema di rubriche, si segnalano –
per gli Itinerari – il Sentiero Valerio Tassone a Robilante, in Valle Vermenagna, e –
per l’Attualità – l’iniziativa Calpestare il confine, sulle tracce dei migranti che da Ventimiglia tentano di passare in Francia. Ma non mancano come al solito la Cronaca Alpinistica,
le notizie dal Mondo CAI, dai Sentieri & Rifugi, dalle Sezioni delle Alpi del Sole.

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Sommario


Il lupo in Piemonte

Il monitoraggio del lupo nella nostra regione e la stima della sua presenza comportano un lavoro scientifico sempre più difficile, reso possibile unicamente grazie alle conoscenze sviluppate nel tempo in seno al Network Lupo Piemonte e al lavoro di coordinamento e di elaborazione dei dati da parte del Centro Grandi Carnivori nell’ambito del Progetto LIFE WolfAlps.


L’incanto della Vagliotta

Non sono di qui. La mia patria è un’altra, le mie montagne sono altrove. Ma, guardandomi intorno, gli occhi sembrano riconoscere alpeggi e cime, valli e pareti… luoghi percepiti come vicini alla parte più segreta dell’anima.


Ritorno a Neirassa

C’è chi, raggiunta l’età della pensione, decide di trasferirsi in un altrove targato Messico, Canarie o Portogallo. C’è però anche chi, pur avendo girato il mondo, fa una scelta diversa: meno scontata, di sicuro meno comoda. In nome delle radici, ma non solo. Andare a vivere in una borgata di montagna dove non c’è altra anima viva. «Perché qui c’è qualcosa di speciale.»


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