Alpidoc 95

Sommario

EDITORIALE
Alpidoc compie 25 anni e attraverso
un questionario on line interroga i propri lettori: quale rivista volete?
Nanni Villani

120 GIORNI
Posta – Mondo CAI

Sentieri e rifugi – Speleologia

PRIME SALITE
Una perla di ghiaccio nel Vallone del Dragonet

ALPINISMO
Le signore dello Scarason
di Andrea Parodi

TESTE FINI
Mike Kosterlitz: un fisico da Nobel, un alpinista magistrale

Gianni Battimelli

SPIRITI LIBERI
Sulle orme di Slavc e Giulietta

Paola Giacomini

FOTOGRAFIA
Fotosensibili #1. Massimo Alloi

Enrica Raviola e Nanni Villani

ANNIVERSARI
Nozze d’oro con il Migliorero

Ezio Bina

IN MEMORIA
Michelangelo Bruno, Mario Maffi, Gabriele Landra
Aa.Vv.

Alpidoc compie 25 anni e attraverso un questionario on line interroga i propri lettori: quale rivista volete?

Da quattro a tre numeri all’anno, per ognuno di essi sedici pagine in meno. Queste le novità che il 2017 porta per Alpidoc. Un passo indietro, che tristemente va a coincidere con i venticinque anni di vita della rivista, imposto da necessità di risparmio che hanno interessato alcune delle realtà che fanno parte de Le Alpi del Sole.

In verità il taglio poteva essere anche più pesante, dunque la notizia di un ridimensionamento tutto sommato contenuto va salutata con sollievo da parte di quanti – speriamo molti – hanno a cuore Alpidoc.

Nell’affrontare le difficoltà si è parlato molto non solo di soldi, ma anche di comunicazione. Nell’era del web, ha ancora senso mantenere in vita una pubblicazione cartacea che in termini economici impone costi maggiori? 

Non sto a riportare le posizioni emerse in un dibattito ricco e articolato, al termine del quale i presidenti delle varie sezioni hanno convenuto che Alpidoc svolge comunque un ruolo importante nella divulgazione e valorizzazione della montagna cuneese e nel “tenere insieme” i soci del Club Alpino Italiano.

Voglio piuttosto richiamare il consiglio di un fotografo famoso – mi viene da dire Oliviero Toscani, ma la memoria potrebbe tradirmi – che in una trasmissione radiofonica di qualche mese fa ha invitato tutti quanti hanno la passione della fotografia a stampare le immagini cui si tiene maggiormente. La tesi è che una foto esista davvero quando la si ha tra le mani, e non quando giace nella memoria di un pc o galleggia nel mare dei social. 

È evidente che si tratta di una considerazione che spicca per radicalità, tipica di chi vuole colpire con uscite originali e dunque di grande effetto, ma qualcosa di vero c’è. Almeno per chi ha una certa età, il gusto di toccare, sfogliare, soppesare crea sensazioni che la “nuvola” non è in grado di offrire. 

In generale la storia di questi anni ci dice che libri e testate cartacee non sono state spazzate via dal web, come molti avevano pronosticato all’epoca dell’avvento di internet. 

Si sono sviluppati due mondi paralleli che in molte situazioni possono supportarsi vicendevolmente. 

I tempi della cronaca premiano il web, quelli dell’approfondimento, della riflessione, della selezione delle informazioni almeno per il momento si adattano ancora molto bene alla carta. 

L’impegno di quanti a vario titolo si occupano di Alpidoc deve essere quello di far sì che i contenuti e il contenitore rispondano al meglio alle aspettative di chi la rivista se la ritrova tra le mani. Per questo, a distanza di vent’anni, viene nuovamente proposto un questionario (nel 1996 cartaceo, nel 2017 su internet – siti sezionali, sito www.alpidoc.it e social media –, a dimostrazione che il progresso non solo va assecondato, ma offre anche i suoi vantaggi pratici) attraverso il quale i lettori possono far sentire la propria voce e indirizzare le scelte della redazione. 

È ben vero che il questionario è uno strumento di cui si è abusato, tanto da provocare spesso in chi viene interpellato forme di rigetto. Dunque ringraziamo sentitamente fin da ora quanti dedicheranno cinque minuti del proprio tempo a compilare il “form”. 

Nel ’96 le risposte furono alcune centinaia (e si trattava non solo di dire la propria, ma anche di andare in posta e spedire…); la speranza è di superare quella soglia. 

L’ipotesi che è maturata – ma non è detto che trovi il consenso del pubblico – è che le notizie di attualità, le iniziative e i resoconti riguardanti la vita sociale delle sezioni delle Alpi del Sole possano trovare spazio essenzialmente sul sito, mentre le ottanta pagine della rivista debbano contenere articoli in grado di soddisfare il piacere di leggere (con i testi) e di osservare (con le immagini). 

Alpidoc come contenitore di storie interessanti e presentate con cura. 

È questa la rivista che vuoi ricevere? Attendiamo una tua risposta.

Nanni Villani

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Sommario


Le signore dello Scarason

Intervista ad Alice Arata ed Elisabetta Caserini, le alpiniste liguri che lo scorso 6 ottobre, in giornata, hanno firmato la prima salita femminile della Via Diretta alla parete nord-est, aperta trent’anni or sono da tre intrepidi colleghi e a oggi pochissimo ripetuta. Perché una scalata molto plaisir proprio non è…


Sulle orme di Slavc e Giulietta

Una giovane donna e la sua cavalla Isotta Raminga hanno attraversato le Alpi ricalcando idealmente il percorso di una coppia di lupi – l’uno proveniente dalla Slovenia, l’altra dalle Alpi Occidentali – che nel 2014 si sono incontrati in Lessinia e hanno “messo su casa”. Un lungo viaggio per intervistare chi ha avuto a che fare con il ritorno del predatore. Com’è nata questa avventura ce lo racconta lei stessa.


Mike Kosterlitz: un fisico da Nobel, un alpinista magistrale

Arrivato alla fine degli anni Sessanta al Politecnico di Torino con una borsa di studio e una lista di ascensioni di grande prestigio, è subito partito alla scoperta della Valle dell’Orco in compagnia di Gian Piero Motti e Gian Carlo Grassi. Senza rinunciare a mettere le mani anche sulla roccia delle Marittime e delle Cozie. Portando sulle nostre montagne un nuovo modo di intendere e praticare l’alpinismo. Ma non è per questo motivo che la Reale Accademia di Svezia lo ha premiato…


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