Alpidoc 101

Sommario

CRONACA ALPINISTICA
Avviso ai lettori
Repetita iuvant (al prestigio delle vie)
Prime salite & C.
a cura di Fulvio Scotto

LO SCAFFALE
La recensione
Andrea Parodi
Cartine, guide e altre novità
Di gatti, di lupi e di strane coincidenze
a cura di Enrica Raviola

TREKKING
Terra Brigasca
Sandro Bozzolo e Simone Rossi

DISAVVENTURE
Una giornata perfetta
a cura di Ilario Tealdi

RACCONTO
Per un pelo
Silvano Gregoli

MONTAGNATERAPIA
Giovani + Diabete = Diab3king
a cura di Dario Panero e Fabio Pellegrino

CICLOESCURSIONISMO # 1
Una rivoluzione chiamata e-bike
Giorgio Aimo

CICLOESCURSIONISMO # 2
Senza lasciare traccia
Marco Lavezzo

LE ALPI DEL SOLE
I nuovi Consigli Direttivi

La foto, o più esattamente la “dronata” del videomaker Alessandro Beltrame (agbvideo.com), coglie lo Zabriskie Point, il tratto forse più spettacolare della Limone-Monesi, una magnifica militare in quota a cavallo tra Italia e Francia – o meglio tra il versante alpino e quello marittimo della Terra Brigasca, il Far West delle Alpi Occidentali (imperdibile il reportage di Sandro Bozzolo Simone Rossi).
Strada bianca tra le più battute da mountain bike (ma non solo…) elettriche e muscolari. Anche di queste si parla grazie a Giorgio Aimo (Commissione Cicloescursionismo CAI Sezione di Mondovì) e Marco Lavezzo (Commissione Centrale Escursionismo CAI).

E siamo solo all’antipasto! Senza dimenticare l’aperitivo, la nuova Cronaca Alpinistica curata da  Fulvio Scotto, alpinista ligure che, con il suo “collega”  Andrea Parodi – il quale firma una recensione “senza peli sulla lingua” al volume Alpi Occidentali di Roccati & Marchesi – è uno dei più autorevoli, e perciò preziosi, collaboratori di Alpidoc.

Ma il numero offre molto altro: Una giornata perfetta, il resoconto, a cura di Ilario Tealdi, della drammatica giornata vissuta dallo scialpinista rimasto sotto una valanga in Valle Grana per quasi cinque ore: un caso più unico che raro ricostruito dalla viva voce dei protagonisti della vicenda.

Un’altra giornata che poteva finire nel peggiore dei modi e invece è diventata, grazie all’arguta penna di Silvano Gregoli, occasione di un racconto tragicomico è Per un pelo.
Fine anni Cinquanta: due alpinisti monregalesi affrontano baldanzosi la Variante dei Torinesi, nel Marguareis, decisi a firmare la prima invernale, ma un imprevisto rischia di mandare a monte il loro ambizioso progetto.

Infine, un articolo a cura di Dario Panero (Commissione Medica CAI LPV)e Fabio Pellegrino (Commissione Alpinismo Giovanile CAI LPV) dedicato ai giovani affetti da diabete mellito, una malattia molto grave se non trattata con una molteplicità di terapie. Tra le tante, particolare efficacia riveste l’attività fisica in quota. Per questo, grazie alla collaborazione tra Club Alpino Italiano, associazioni di diabetici e professionisti della salute, sono nati i Diab3king, campi scuola nel corso dei quali i ragazzi imparano a gestire in autonomia la loro patologia.

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Sommario


Terra Brigasca

Benché faccia parte della Repubblica Italiana a partire dal 1947, il comune di Briga Alta non esiste su nessuna mappa. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale le sue frazioni sono state divise da confini amministrativi azzardati; e le famiglie e le genti hanno pagato, più di tutti e per tutti, il prezzo del rattachement francese. Oggi la Terra Brigasca si trova mutilata della sua antica capitale, Briga Marittima (La Brigue), e i centri abitati rimasti in Italia sono stati spartiti a loro volta tra la Liguria e il Piemonte, tra la provincia di Imperia e quella di Cuneo. Ma gli eredi dei brigaschi, dispersi sulla costa, hanno mantenuto in vita una lingua e una tradizione: una tradizione di transumanza, e una lingua neolatina affascinante e dalla genesi lontana, la Lingua Brigasca.


Senza lasciare traccia

Il cicloescursionismo è una scelta etica. Perché se è indubbio che la frequentazione escursionistica della montagna pone dei problemi – di sostenibilità ambientale, di compatibilità con gli altri fruitori, di sicurezza – la soluzione è l’adozione di alcune regole condivise da tutti. Ecco allora la missione “educativa” del CAI che, tramite i propri titolati, in escursione sociale e nei corsi, fa informazione e formazione per insegnare buone pratiche e abituare a metterle in atto attraverso comportamenti virtuosi.


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